Lassità vaginale post-partum: quali sono i sintomi?

Lassità vaginale

Durante il travaglio e il parto possono esserci diversi fattori che possono mettere a dura prova i muscoli e i tessuti che circondano la vagina – come un travaglio lungo con un prolungato periodo espulsivo, o il parto di un neonato di peso elevato. La conseguenza è che, in alcune donne, possono comparire, a distanza di qualche mese dal parto, alcuni disturbi in riferimento alla lassità vaginale.

Ma quali sono i sintomi della lassità vaginale post-partum? Come comportarsi?

Che cos’è la lassità vaginale?

Durante il parto il muscolo elevatore dell’ano che circonda la vagina si distende: se questa distensione è eccessiva, possono presentarsi lacerazioni delle fibre muscolari. La distensione e in alcuni casi la lesione dei tessuti muscolari intorno alla vagina può causare lassità vaginale. La lassità vaginale è una condizione caratterizzata da della tonicità dei tessuti vaginali.

Lassità vaginale: i sintomi

Nelle donne che hanno partorito, la lassità vaginale post-partum è tra le cause principali della diminuzione della sensibilità vaginale alla penetrazione durante i rapporti sessuali. Ciò può provocare una difficoltà della coppia nel recuperare l’intimità sessuale dopo il parto.

Non solo: la lassità vaginale può causare nella donna anche sintomi genito-urinari, connessi alla perdita della funzionalità dei muscoli pelvici. In questi casi, si potrebbe incorrere nel prolasso dell’utero, della parete anteriore (cistocele) o posteriore (rettocele) della vagina, ma anche disturbi minzionali, incontinenza da sforzo – ovvero le piccole perdite di urina dopo un colpo di tosse, uno starnuto o una risata – e incontinenza a gas e feci.

Cosa fare dopo il parto?

Se dopo il parto si riscontrano questi disturbi, è fondamentale lavorare per recuperare il tono vaginale. Una riabilitazione del pavimento pelvico dopo i primi 40 giorni dal parto può già essere una buona soluzione, ma quando i tessuti sono più compromessi e la lassità vaginale causa anche a disturbi di tipo funzionale, è indicata la terapia con radiofrequenza quadripolare dinamica.

Questa nuova tecnologia utilizza onde termiche (radiofrequenza) per risolvere la perdita di trofismo dei tessuti, migliorare la compattezza e l’elasticità del canale vaginale, stimolando la produzione di collagene ed elastina, ripristinare la sensibilità nei rapporti sessuali sia per la donna, sia per il partner, e diminuire il rischio di prolasso dell’ utero e della parete vaginale.

La terapia permette di gestire e risolvere anche i problemi di incontinenza urinaria da sforzo, migliorando tono ed elasticità dei muscoli e dei tessuti della vagina. Sarà lo specialista in ginecologia o sessuologia a indicare la necessità di questa terapia.

In quanto tempo si risolvono i disturbi

La terapia con radiofrequenza quadripolare dinamica consente il recupero della elasticità e del tono vaginale nella donna in 4 sedute totali da effettuare in circa due mesi.

Ogni seduta di radiofrequenza dura circa 20 minuti, viene programmata a distanza di due settimane l’una dall’altra, e dopo quattro-sei mesi dalla fine del ciclo di sedute potrebbe rendersi necessario un richiamo. Per tutta la durata del trattamento, che può essere effettuato dall’ostetrica grazie a particolari dispositivi realizzati per agire nei tessuti esterni e interni della vagina, la donna sente un leggero calore intermittente, ma indolore: in caso però la paziente avverta fastidio il trattamento può essere immediatamente interrotto grazie a un sistema di biofeedback che la donna può gestire quando vuole.

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