Le donne nell’ultimo ventennio sono molto cambiate. La migliore qualità di vita ci ha permesso di spostare la vecchiaia sempre più avanti e considerando che le donne vivono mediamente più di 80 anni, passano un terzo della loro vita in menopausa.

La menopausa irrompe nella vita di una donna più o meno a 50 anni, ma le cinquantenni di oggi sono state proprio definite le “nuove cinquantenni” e grazie all’attenzione alla loro salute e al loro aspetto, spesso dimostrano meno anni.

A loro viene chiesto molto: finalmente sono donne impegnate nel lavoro in modo attivo, sono spesso ancora il fulcro della famiglia sia nel ruolo di genitore che in quello di figlie. Lo spostamento in avanti dell’età in cui si ricercano i figli le ha portate ad avere figli ancora piccoli, genitori molto anziani a cui dedicare tempo ed attenzioni.

Per riuscire a fare tutto questo bisogna stare bene e a volte invece la menopausa si accompagna a problemi fisici e psicologici.
Le terapie che si utilizzano possono essere con ormoni naturali, sintetici o bio-identici, e ci permettono di andare nella direzione di approcci personalizzati che si adattano a ciascuna singola paziente, considerandone i problemi ma anche gli eventuali fattori di rischio in modo da identificare la terapia con il miglior rapporto rischi/benefici.

Molto importante è però capire che in questo momento della vita si pongono le basi per una buona vecchiaia: il rischio di malattie cardiovascolari e osteoporosi ci deve far riflettere ed impostare dei cambiamenti nel nostro stile di vita che rimane la prima arma che abbiamo per rimanere in salute.

Alimentazione (in termini quantitativi e qualitativi) attività sportiva e tempo dedicato alle proprie passioni ci permette di porre le basi per diventare, tra un po’ di anni, degli anziani in salute nel corpo e nella testa.

Mi sono occupata da sempre di Menopausa, dapprima con un Dottorato di Ricerca in Mangiagalli e poi come responsabile dell’Ambulatorio Menopausa dell’Istituto Europeo di Oncologia, esperienza questa molto particolare perché occuparsi di pazienti oncologiche che spesso hanno controindicazioni importanti e sono a volte molto giovani mi ha insegnato a sviluppare una particolare sensibilità ed attenzione.